Messina Denaro: «Su Capaci non sapete tutto. Non sono stato tradito, preso per un mio errore. A Palermo ero un uomo libero»

Venerdì 9 Febbraio 2024, 14:45 - Ultimo aggiornamento: 14:48

La vita da latitante

«Che vita facevo a Palermo? Libero come quella di Campobello, perché bene o male voi avete scandagliato quella di Campobello (il paese in cui ha trascorso gran parte della latitanza ndr), ma in genere sempre quella vita faccio, cioè lo stesso fac-simile». Così ha risposto Matteo Messina Denaro ai pm di Palermo che gli hanno chiesto della sua latitanza.

«Le mie amicizie non è che iniziano e finiscono solo nel mondo che voi considerate mafioso, non è così, le mie amicizie erano dovunque», ha spiegato.

Il capomafia ha anche raccontato di essersi fatto dei tatuaggi nel centro del capoluogo tra il 2006 e il 2009 e di essersi fatto curare periodicamente da un dentista. «Non ho mai distinto tra ricchi e poveri, - ha proseguito - ovviamente se dovevo frequentare una persona povera non ci andavo col Rolex per una forma di educazione, se invece ero per i fatti miei con persone come me non avevo problemi, cioè non avevo quella forma di annacamento (vanto ndr), non volevo dimostrare niente».

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