I rischi
I risultati dello studio presentato a Chicago sono in netta antitesi con le teorie che associano il digiuno al benessere e alla longevità. Secondo la ricerca, chi mangia nell'arco di 8 ore per digiunare nelle restanti 16 ha un rischio per morte cardiovascolare più alto rispetto a chi segue uno schema classico con alimentazione su 12-16 ore al giorno. «Sappiamo che, oltre a far dimagrire, il digiuno intermittente migliora la sensibilità all’insulina e il metabolismo, riduce l’infiammazione, abbassa il colesterolo e la pressione del sangue in chi ce l’ha alta. Questi però sono gli effetti a breve termine: possono durare qualche mese, forse un anno. E poi?», ha commentato Remuzzi.