Franco Di Mare e il mesotelioma, cosa è successo con la Rai: Sergio e Rossi lo hanno appreso solo ieri. La pratica ferma all'Inail

Il conduttore ha reclamato lo «stato di servizio», perché sostiene che ci sia una relazione tra le sue missioni all'estero e il tumore causato dall'amianto. E la tv pubblica ha preso in carico la sua istanza

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C'è di mezzo il cosiddetto «stato di servizio», ossia una certificazione che attraverso un'analisi delle missioni di guerra effettuate possa permettergli di ricostruire i danni e chiedere i danni, tra Franco Di Mare e la Rai. Il giornalista, nell'intervista a "Che tempo che fa" da Fabio Fazio sul Nove, ha accusato l'azienda pubblica di averlo abbandonato nel momento in cui ha scoperto della malattia: il tumore, un mesotelioma, lo avrebbe contratto durante una delle spedizioni all'estero, dove sarebbe entrato in contratto con l'amianto. Ma la Rai, da una prima ricostruzione, si era già mossa quando ai vertici c'era la precedente gestione. 

 

Franco Di Mare, chi c'era a capo della Rai quando ha scoperto della malattia

Nella sua denuncia pubblica, Franco Di Mare cita esplicitamente le «precedenti gestioni», cioè quando a capo della Rai c'erano Fabrizio Salini, dal 2018 al 2021, e Carlo Fuortes, dal 2021 al 2023.

I responsabili del personnale erano Felice Ventura e Francesco Spadafora. Il primo era a conoscenza della situazione, ma visto il contratto in scadenza potrebbe aver lasciato la pratica in mano al suo successore. In quel momento la malattia di Franco Di Mare era appena emersa. È Carlo Fuortes che poi ha preso il mano la gestione del caso, girandola agli uffici di competenza. 

La pratica all'Inail: «E la richiesta di transazione è sospesa»

Eppure l'Ad della Rai Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi sono venuti a conoscenza solo ieri sera della vicenda di Franco Di Mare, al quale «esprimono tutta la propria vicinanza umana e assicurano la loro disponibilità a fare tutto il possibile per consentire al giornalista di ricostruire quanto da lui richiesto», fa sapere in una nota la Rai. L'iter in questo momento non sarebbe in mano alla Rai ma all'Inail, l'ente che ha il compito di certificare l'eventuale correlazione tra le trasferte all'estero e il tumore. La richiesta di transazione, invece, avviata dai legali di Di Mare nei confronti della Rai, prima di conoscere l’esito della pratica, sarebbe stata sospesa dall’azienda in attesa della certificazione Inail, senza la quale non potrebbe avviare alcuna liquidazione. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Aprile 2024, 09:02
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