Torture al carcere Beccaria, 13 agenti arrestati. Gli abusi su un 17enne, le tentate omissioni e il caso del trapper "Nesco"

Lunedì 22 Aprile 2024, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 15:08

Sindacato polizia penitenziaria: no alla gogna

«I provvedimenti di custodia cautelare in carcere nei confronti di 13 agenti della Polizia Penitenziaria, in servizio presso l'istituto penale minorile «Cesare Beccaria» di Milano, e la misura della sospensione dall'esercizio di pubblici uffici nei confronti di ulteriori 8 dipendenti dello stesso corpo di polizia, sono fatti gravissimi riferiti ad una vicenda gravissima che richiede la massima attenzione per ricostruire quanto realmente accaduto. Ma prima di mettere alla 'gogna' i colleghi è il caso di ricordare che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo con sentenza irrevocabile di condanna». Lo afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, che invita a riflettere «prima che si ripeta quanto già successo in altri casi simili, magari pubblicando informazioni e foto sugli indagati, con campagne di stampa contro l'intero Corpo», ma nello stesso tempo ribadisce «senza se e senza ma che una volta accertate le responsabilità chi ha sbagliato paghi».

Per il sindacalista però «sinora a pagare sono sempre e solo gli agenti e il personale penitenziario. Nello sfacelo generale del nostro sistema penitenziario è sin troppo facile prendersela con l'anello più debole della catena. Non riusciamo infatti ad intravedere alcun segnale, figuriamoci intervento, nel merito della gestione del personale penitenziario confusa ed inadeguata ad affrontare le situazioni di emergenza». «Abbiamo ascoltato da tempo promesse di nuove assunzioni per incrementare l'organico di personale sempre più stressato per turni massacranti e quotidiano lavoro di sacrificio, di un direttore e di un comandante del Corpo in ogni carcere, come di misure per tutelare il personale dalle continue aggressioni, senza però alcun provvedimento concreto», sottolinea ancora Di Giacomo, che torna a chiedere al governo di sostituire l'attuale capo del personale del Dap.

© RIPRODUZIONE RISERVATA