Vent’anni di Facebook in un doc: quel Re del Metaverso creato da noi

Il documentario per i vent'anni del colosso

Vent’anni di Facebook in un doc: quel Re del Metaverso creato da noi

di Paolo Travisi

«I dati? Me li hanno dati loro, si fidano di me. Che stupidi». Parole di Mark Zuckerberg, scritte ai suoi compagni di università, Harvard, quando Facebook era appena nato e contava poche migliaia di iscritti. “Zuckerberg - Il re del Metaverso”, documentario Sky Original in onda dal 3 febbrario su Sky Documentaries, non addolcisce la pillola. Anzi, il film si schiera apertamente contro lo strapotere di uno strumento (e di un uomo) in grado di manipolare o distorcere la realtà, che oggi connette circa 3 miliardi di persone nel mondo, il 49% della popolazione globale. Eppure, quell'impero da oltre 100 miliardi di dollari, che rende Zuckerberg uno dei più ricchi della Terra, è il frutto di una donazione volontaria: i nostri dati personali.

Il documentario, tra filmati d'archivio, video d'epoca del fondatore e interviste inedite di giornalisti ed ex-collaboratori di Meta, ripercorre - in modo critico - la storia del primo social network, che il 4 febbraio 2024, domenica prossima, compirà 20 anni e che nacque, fondamentalmente, dal goffo desiderio di connettersi con le ragazze più carine del campus di Harvard. Questo lo raccontava già l'ottimo film “The Social Network” di David Fincher nel 2010, mentre il doc di Sky, si concentra sulla storia più recente: Zuckerberg, infatti, dopo aver ispirato migliaia di persone e conquistato le copertine dei giornali, nel 2018 viene messo sotto accusa dal Congresso Americano, per aver tradito la fiducia degli americani, diffondendo fake news, condizionando il voto e portando Trump alla vittoria. Ma l'aspetto più interessante del documentario è che riesce a cogliere un atteggiamento reiterato di Zuckerberg, rispetto agli errori che commette. «Credo sia più utile fare le cose e scusarsi dopo, che non fare niente», disse in un intervento a Harvard, la sua università. E infatti, il doc ci ricorda che Zuck si è scusato molte e molte volte, nonostante sia stato accusato pubblicamente di incoraggiare la disinformazione e contribuito ad alimentare il genocidio in Myanmar. Ma il quesito più inquietante è riservato al finale. «Chi può chiedere a Mark Zuckerberg: la tua decisione è buona per il mondo?»


Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Febbraio 2024, 06:50