Si sta sul pezzo, entrando negli studi televisivi di "Don't forget the lyrics - Stai sul pezzo". Il game show condotto da Gabriele Corsi, in onda dall'11 settembre alle 20,25 su Nove, è giunto alla quarta stagione e il conduttore ne parla con Leggo.
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L'intervista
In genere, quando ascolta una canzone si concentra di più sulla musica o sui testi?
«Sono del partito dei testi.
Riguardo al suo mestiere, quanto conta stabilire una connessione mentale con i concorrenti?
«L'alchimia si stabilisce a seconda dei casi, qui l'atmosfera è di un karaoke tra amici. Chi viene lo fa per divertirsi».
Qual è la spinta che porta le persone a mostrarsi davanti alle telecamere anche a costo di una figuraccia?
«La voglia di partecipare a una festa. Questo non è un talent, da qui non si fa carriera, anche se per qualcuno può essere un'occasione di visibilità. Del resto spesso i partecipanti vengono iscritti da parenti o amici».
Qual è la sua definizione di tv spazzatura e perché, secondo lei, eventualmente, il suo programma non sarebbe della categoria?
«Non mi ergo a giudice di nessuno. La tv non ha una funzione pedagogica ma è importante il messaggio. Dobbiamo porre attenzione ai temi e non far più passare certi atteggiamenti o battute come normali».
Il suo programma è dichiaratamente di intrattenimento, ma secondo lei esiste una tv più subdola nel modo di orientare le persone, come per esempio i talk show?
«Dipende se il talk è fatto per arricchirti o se è solo per fare ascolti. Se chiami quello che la spara grossa giusto per avere la clip sui siti online, torniamo al discorso del messaggio sbagliato».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Settembre 2023, 10:18
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