Torture al Beccaria, il tentato stupro dell'agente al detenuto: «Voglio solo fare l'amore con te»

Le testimonianze nell'ordinanza d'arresto delle 13 guardie carcerarie

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di Redazione web

Sono 13 gli agenti di polizia penitenziaria arrestati con le accuse di tortura, maltrattamenti e falso avvenute all'IPM Cesare Beccaria di Milano su una dozzina di ragazzi minorenni o appena maggiorenni. Nell'ordinanza firmata dal Gip Stefania Donadeo si leggono le testimonianze dei giovani detenuti. Tra questi, il racconto di un ragazzo che parla di un tentativo di violenza sessuale avvenuto in una sera di fine novembre. Mentre stava dormendo, si legge su Open, avrebbe percepito la mano di un agente sul sedere, per poi sentire un sussurro: «Stai tranquillo, voglio solo far l’amore con te». Il giovane reagisce, colpisce l'agente a pugni e nel trambusto sveglia il compagno di cella, che lo aiuta a liberarsi dell'operatore. 

L'ex detenuto

Quello della tentata violenza sessuale è solo uno degli episodi di abusi denunciati all'interno dell'istituto per minori dall’autunno 2023 al marzo scorso. «Tante cose succedevano di notte. Una volta sono entrati quattro assistenti dentro la cella vicina alla nostra, noi sentivamo i rumori. Hanno ammanettato e picchiato un ragazzo, l'hanno spaccato di calci e di pugni, all'epoca lì non c'erano ancora le telecamere». A raccontarlo al Corriere della Sera è un ragazzo oggi 18enne che è stato detenuto nel carcere per minorenni Beccaria di Milano. «Un'altra volta - aggiunge - hanno fatto un occhio nero a me, mi hanno preso a calci in tre e dato uno schiaffo che non ci sentivo più da un orecchio perché continuavo a chiedere l'accendino». «Perché non ho denunciato? Io non mi fido di nessuno, e nessuno si fida di me.

Chi crede a un ragazzo pregiudicato? Contavano le relazioni degli assistenti. E poi riuscivano a farti sentire che eri sbagliato tu. Arrivavi a pensare che avevano ragione a picchiarti perché eri una nullità". «In quegli ambienti devi saperti comportare. Devi portare rispetto soprattutto a chi ha il potere, altrimenti la paghi. È la stessa lezione che ho imparato in strada. Magari ora qualche ragazzino non farà distinzioni, visto che si comportano male anche gli assistenti, per ubbidire ancora meno. Con alcuni assistenti c'è l'ordine e lo devi eseguire. Tra i detenuti ci sono certi che sbagliano troppo. Uno aveva finto di svenire per farsi portare in infermeria, lo schiaffo educativo ci stava, ma poi l'assistente ha esagerato». Modelli positivi, tra gli agenti? «Ce n'erano due bravissimi. Non è facile fare il loro lavoro. Con le educatrici parlavo solo quando c'erano problemi, per avere qualcosa di cui avevo bisogno. Spesso c'è un rapporto utilitaristico, con gli adulti, a loro non frega davvero di noi e quindi a noi non frega di loro».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Aprile 2024, 09:44
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