L'Accademia della Crusca ci ripensa: «Non si può dire scendi il cane»
A chi chiedeva se fosse lecito costruire il verbo sedere con l’oggetto diretto di persona Coletti rispondeva: «Diciamo che sedere, come altri verbi di moto, ammette in usi regionali e popolari sempre più estesi anche l’oggetto diretto e che in questa costruzione ha una sua efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui suoi limiti grammaticali». La risposta è stata letta come un inequivocabile via libera.
Il presidente Claudio Marazzini, intervistato dall'Agi, ha chiarito la situazione: «Il problema è che ogni vota che si trasferisce un discorso scientifico sottile su un piano mediatico si producono risultati perversi. Coletti ha guardato con simpatia a una spinta innovativa che trasferisce un modo di dire popolare, accettandola nell'eccezione della quotidianità e delle situazioni familiari. Naturalmente se viene trasportato nella grammatica della scuola nascono dei problemi perché l’insegnante sarà comunque chiamato a correggere quelle forme nell’italiano scritto e formale».
In conclusione: nel parlato e nel linguaggio comune frasi di questo tipo sono tollerabili, ma occhio allo scritto. Alcuni errori non saranno mai sdoganati, almeno per ora.
«È evidente - aggiunge - che si tratta di una forma linguistica che molti italiani usano, magari sapendo che nell’italiano formale non è bene usarlo e autocensurandosi in contesti più elevati. È un punto debole nel sistema della lingua e il compito della scuola non è quello di accentuare i momenti di crisi, perché è la stabilità della lingua che le impedisce di cambiare troppo in fretta e di correre il rischio di sparire».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Gennaio 2019, 13:37
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