«Terapie ormonali su minori transgender? Fondamenta scientifiche traballanti. La sessualità si definisce nel tempo»

Le conclusioni della Class Review sono destinate a cambiare l'approccio al tema, con particolare attenzione ai problemi di salute mentale

«Terapie ormonali su minori transgender? Fondamenta scientifiche traballanti. La sessualità si definisce nel tempo»

di Gabriele Crispo

«Bambini usati come un pallone da calcio». La dottoressa Hilary Cass, ex presidente del Royal College of Pediatrics e autrice di quella che la stampa britannica definisce la più grande revisione mai intrapresa nel campo dell’assistenza sanitaria per le persone transgender, non usa mezzi termini. La ricerca – pubblicata lo scorso 9 aprile e prodotta dalla Commissione d'indagine Cass  – rivede la somministrazione delle terapie ormonali ai minori britannici che vogliono accedere ai servizi della gender clinic. «Possibile solo in circostanze eccezionali», si sentenzia all'interno della "Cass Review".

La situazione nel Regno Unito

A conclusione di un rapporto di 388 pagine, Cass mette in crisi la metodologia di assistenza fin qui adottata, che consiste nel fornire ormoni ai minori di 18 anni per arrestare la pubertà o la transizione al sesso opposto. A partire al 2011, migliaia di adolescenti hanno ricevuto "bloccanti" della pubertà e le richieste dei giovani al servizio per l’identità di genere britannico sono aumentate di cento volte in poco più di un decennio. L’età minima per essere sottoposti a questa terapia è intorno ai 16 anni e riguarda al momento poco meno di un centinaio di adolescenti.

Lo studio Class

Le conclusioni sono importanti: si deve tendere a normalizzare la concezione del gender fluid, tenendo però a mente che la sessualità è mutevole e si definisce "definitivamente" solo nel tempo. Va bene superare gli stereotipi, ma bisogna anche valutare oculatamente gli effetti prolungati delle terapie ormonali, soprattutto sui giovani. «La mia revisione indipendente sui servizi di identità di genere per bambini e giovani adolescenti è pubblica. Nel condurre la revisione, ho scoperto che nella medicina di genere i pilastri scientifici sono costruiti su fondamenta traballanti», spiega la dottoressa Cass.

Cosa emerge 

Il rapporto raccomanda una transizione che «dia priorità alla terapia e consideri la possibilità che siano coinvolti altri problemi di salute mentale». La dottoressa Cass conclude che «per la maggior parte dei giovani, un percorso medico non è il modo migliore per gestire il proprio disagio legato al genere». «Ho intrapreso questa revisione nella piena consapevolezza della natura controversa dell’argomento, della polarizzazione e tossicità del dibattito e della debolezza delle evidenze alla base della discussione scientifica», si difende Class, spiegando: «La cura di genere per i bambini e i giovani adolescenti è passata da un approccio di “vigile attesa” al trattamento con bloccanti della pubertà dallo stadio Tanner 2 per coloro che presentano incongruenze di genere a esordio precoce, seguiti da ormoni mascolinizzanti o femminilizzanti a partire dai 16 anni». La revisione è stata lanciata mentre la Divisional Court stava prendendo in considerazione il caso Bell v Tavistock e quindi il tema se i giovani sotto i 18 anni avessero o meno la capacità di dare il consenso ai trattamenti endocrinologici.

La visione di Hilary Cass

L'esperta, come si legge sul Daily Telegraph, ha criticato gli operatori del servizio sanitario nazionale inglese, in risposta a una revisione fondamentale sulle pratiche di cura di genere. La revisione afferma che i giovani sono  "delusi" dalla mancanza di ricerche sull'uso dei bloccanti della pubertà. Ha chiesto, poi, che i servizi di genere corrispondano agli standard di altre cure del sistema sanitario nazionale britannico. «Ci sono poche altre aree dell'assistenza sanitaria in cui i professionisti hanno così tanta paura di discutere apertamente le loro opinioni, dove le persone vengono diffamate sui social media e dove gli insulti fanno eco a un comportamento simile al bullismo.

Tutto ciò deve finire», ha detto Glass, che nel suo rapporto rivela di essere «delusa dalla mancanza di prove sull'impatto a lungo termine dell'assunzione di ormoni fin dalla tenera età».

Le parole del premier

Il primo ministro Rishi Sunak ha risposto allo studio, affermando che i risultati «accendono i riflettori» sulla necessità di «esercitare estrema cautela» quando si tratta di cure simili per i bambini. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Aprile 2024, 13:31
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