L'intelligenza artificiale incontra il mondo della ristorazione. Dove? A Verona. Più di mille clienti hanno prenotato un tavolo in un locale grazie all'IA vocale «chiama.ai», sviluppata proprio da due società veronesi. Il sistema non solo processa i dati ma è anche capace di ascoltare e ripetere. Il punto di forza di chiama.ai è che può rispondere a più telefonate contemporaneamente, soddisfare specifiche richieste su intolleranze, particolari esigenze di bambini o di persone con disabilità.
La nuova frontiera della ristorazione
Se non avete un dog-sitter, l'IA è in grado di avvisare quali sono i locali in cui è consentito l’accesso ai cani. Voglia di festeggiare con una torta fai da te? Basta chiedere a chiama.ai se si può portare. E non dimenticate di chiedergli gli orari di apertura del ristorante e il menù. Una volta che i clienti hanno parlato con l'IA, tutte le prenotazioni con eventuali richieste appaiono poi trascritte nell’applicazione «chiama.ai» sul cellulare del titolare.
Se poi ci sono richieste straordinarie o se la persona preferisce parlare con il titolare «chiama.ai» allora gli dirotta la telefonata.
Com'è nata l'idea
Primo a testare l'IA lo staff della Locanda del Viandante, a Villafranca. Nell’ultimo mese sono stati 1.005 i clienti che hanno contattato il locale per prenotare un tavolo e che hanno parlato con l’intelligenza artificiale vocale «chiama.ai». «Finora non abbiamo perso nemmeno una chiamata e abbiamo risparmiato circa due ore ogni giorno – racconta Vanoni al Corriere della Sera -.Chiama.ai ci consiglia anche come posizionare i tavoli, riuscendo ad accogliere fino a 200 persone. Inoltre non passo più tutta la giornata al telefono e ho di nuovo una vita privata».
Il software è stato ideato dalle veronesi AMO1999, società di marketing di Alessio Masotto, e dalla software house Colibryx dei giovanissimi sviluppatori Simone Bersani di 23 anni e da Paolo De Giglio e Francesco Masaia di 24 anni.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Febbraio 2024, 16:35
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