Dalle primavere arabe ad oggi, Twitter continua ad essere uno dei principali canali di informazione istantanea più utilizzati in Occidente. Nonostante l’opinione pubblica sia assuefatta dal racconto dei bombardamenti in Ucraina, testimoniato anche dallo scarso coinvolgimento che nelle ultime settimane hanno creato i contenuti di Volodymyr Zelensky su Instagram e Facebook, si continua, incessantemente a twittare.
Negli ultimi giorni ad esempio, hanno primeggiato gli hashtag #Wagner e #WagnerGroup relativi proprio al gruppo di mercenari guidati dal generale Prigozhin in marcia su Mosca contro i vertici militari. La ribellione è finita rapidamente, proprio come è iniziata, e il gruppo ha fatto dietro front. Ma i tweet sono stati migliaia, alcuni veri e postati dal campo di guerra, molti altri falsi e non verificabili.
Un esempio? La notizia su Putin in fuga verso San Pietroburgo è nata su Twitter, proprio nel giorno in cui la Russia ha rischiato lo scoppio di una guerra civile. A postare lo screenshot di FlightRadar che mostra il percorso dell’Ilyushin II 96-300 PU presidenziale, è stato il consigliere del ministero dell’Interno ucraino Anton Gerashchenko, che ha scritto che l’aereo di Putin sarebbe decollato da Mosca per San Pietroburgo.
La smentita è subito arrivata da Dmitry Peskov, portavoce di Putin che ha twittato: «Nessuna fuga, il presidente lavora al Cremlino». Nel frattempo Prigozhin sembra scomparso nel nulla. Dov’è finito? Ma soprattutto dov’è la verità, dove la menzogna? Come ci si può destreggiare in questo mare di parole, immagini, notizie? L’unica cosa certa, denunciata dal Washington Post, è che Twitter “ha smantellato all’improvviso il suo Trust and Safety Council, ovvero il comitato per la sicurezza. L’ultimo segnale che Elon Musk sta distruggendo anni di lavoro e istituzioni create per rendere il social network più sicuro e civile”.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Giugno 2023, 10:04
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