Chico Forti trasferito in carcere a Verona (dove è detenuto Turetta): il viaggio da Roma sul mezzo della penitenziaria

Forti non aveva raggiunto immediatamente il carcere di Montorio Veronese per la visita di Papa Francesco, avvenuta sabato 18 maggio

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di Redazione Web

Chico Forti è arrivato oggi nel carcere di Verona dopo avere passato la notte a Rebibbia Nuovo Complesso. Secondo quanto si apprende da fonti informate il 65enne trentino ha viaggiato a bordo di un mezzo della penitenziaria e ha lasciato il carcere romano domenica mattina.

Chico Forti ha lasciato il carcere di Rebibbia dopo avere passato la notte in una cella del Reparto G8. Ha fatto colazione e ha ringraziato il personale. Da quanto si appreso si è informato sulla possibilità di potere incontrare i suoi familiari, in particolare la madre. A Rebibbia era stato accolto dal direttore, ha sbrigato le formalità di rito ed è rimasto in cella da solo anche in virtù del fatto dal fatto che fosse, appunto, un detenuto in transito.

Perché Forti è rimasto un giorno a Rebibbia

Forti non aveva raggiunto immediatamente il carcere di Montorio Veronese per la visita di Papa Francesco, avvenuta sabato 18 maggio. Nello stesso carcere è detenuto anche Filippo Turetta, il 23enne accusato di aver ucciso Giulia Cecchettin. 

Le prime parole di Forti

Una volta toccato il suolo italiano le prime parole di Chico Forti sono state per lei: «Non vedo l'ora di riabbracciare mia madre, ho sognato ogni giorno questo momento». «Sorridente ma provato» durante l'incontro con la presidente del consiglio Giorgia Meloni, che Forti ha ringraziato, il 65 enne trentino, in Italia dopo 24 anni, è apparso commosso quando ha parlato dell'anziana madre.

La donna ha 96 anni e vive a Trento: non vede il figlio dal 2008, tanto, troppo tempo. «Ho sognato ogni giorno questo momento, è la ragione per cui sono riuscito a tenere duro» ha poi detto Forti in un'intervista al Tg1 confessando di essersi detto «colpevole solo per l'estradizione» ma di ritenersi innocente.

«Anche qui dentro - riferendosi al carcere capitolino di Rebibbia ha aggiunto - è un passo positivo. Cambia tutto: dal personale, la direttrice, le guardie che mi hanno accolto, i vestiti che indosso. Per la prima volta in 24 anni non ho un numero sulla maglietta e non ho le manette, un'altra atmosfera».

Ma il pensiero ora è all'agognato incontro con la madre, un incontro che per l'avvocato di Forti è abbastanza sicuro. «Faremo un'istanza per avere il permesso per il detenuto di visitare la madre. Non è possibile il diniego» visto che è «un diritto di tutti i detenuti», dice l'avvocato Carlo Della Vedova. Del resto anche l'aspetto umanitario, ha puntualizzato l'avvocato, ha «accelerato la procedura ed è anche stata considerata dalla Corte di Appello di Trento quando è stata recepita la sentenza americana».

Era stata proprio la madre, più di un anno fa, dalle pagine di Qn a lanciare un appello a Giorgia Meloni chiedendo il rientro in Italia del figlio. «Sono sempre convinta che sia stato vittima di un terribile errore giudiziario», disse. E come tutte le mamme ebbe parole colme di affetto e dolcezza: «Chico, sin da bambino, stava dalla parte dei più deboli: è sempre stato mite e pacifico. Ha un carattere burlone, ma è buono, leale, onesto». Quando apprese che quell'idea di rivedere il figlio poteva finalmente diventare realtà raccontò: «Credo sia stata la più grande emozione di tutta la mia lunga vita. Non vedo mio figlio dal 2008. Andai a trovarlo in carcere in America per i miei 80 anni. Poi non ho più avuto la forza di muovermi». Ed ammise: «Avevo perso quasi tutte le speranze. Poi Chico, ogni volta che lo sentivo, mi esortava a resistere fino a quando non lo avessi ancora abbracciato. E così ho sempre fatto».

Festeggiano anche gli amici del 65enne, tutti riuniti nel comitato Una chance per Chico che in tutti questi anni ha seguito la lunga battaglia per riportarlo in Italia. Sulla pagina Facebook si celebra «la fine di un incubo» e l'inizio di una «nuova vita». Forti intanto è in una cella da solo a Rebibbia Nuovo Complesso, il carcere romano dove è stato portato, una volta preso in consegna dalla penitenziaria, dopo il suo arrivo a Pratica di Mare attorno alle 11.30. Un 'fuori programma' visto che Forti era destinato da subito al penitenziario di Verona dove oggi era in visita Papa Francesco che ha incontrato i detenuti. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Maggio 2024, 15:24
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