Casteldaccia, Giuseppe La Barbera è la vittima più giovane della strage: morto per salvare i colleghi

Dopo aver sentito le urla dei suoi compagni si è precipitato ad aiutarli ma non c'è stato nulla da fare

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di Redazione web

Giuseppe La Barbera, 28 anni, è il più giovane degli operai morti nella strage di Casteldaccia. L'operaio appena ha sentito il collega urlare, perché tre di loro non davano più segni di vita dopo essere scesi per depurare la vasca della fogna, si è precipitato verso la botola perché in quel momento era in superficie provando ad aiutarli, ma non c'è stato nulla da fare. Un gesto eroico che gli è costato la vita. Tutte le vittime della strage sono state ritrovate senza la maschera di protezione.

Chi è Giuseppe La Barbera

Giuseppe La Barbera si era sposato nel maggio 2019 e fra qualche giorno avrebbe festeggiato i 5 anni di matrimonio. Lascia la giovane moglie e due bimbi piccoli. Nel quartiere Albergheria dove sorge il popolare mercato di Ballarò, lo conoscono e lo ricordano in molti perché la sua famiglia vende bombole di gas e gran parte delle abitazioni del quartiere non ha il metano e utilizza il gas nei contenitori metallici che viene portato a domicilio. E fino a qualche anno fa era proprio Giuseppe a portare le bombole a chi ne faceva richiesta.

Il giovane per anni si era barcamenato come poteva con i più disparati lavori - aveva venduto pure bibite - per aiutare la famiglia. Poi aveva trovato lavoro in una ditta ed era interinale dell'Amap. Chi lo conosceva lo definisce «Un ragazzo bravo e buono, un gran lavoratore».

I sopravvissuti

A scampare alla tragedia, costata la vita a cinque operai, sono stati Giovanni D'Aleo, 44 anni, Giuseppe Scavuzzo, 39 anni, e Paolo Sciortino, di 35.

I tre sono stati sentiti dagli agenti della squadra mobile di Palermo che indagano coordinati dalla procura di Termini Imerese diretta da Ambrogio Cartosio. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire tutto quello che è successo in quelle drammatiche ore a Casteldaccia per accertare le responsabilità della tragedia.

I vigili del fuoco i primi ad arrivare insieme ai sanitari del 118 hanno trovato i corpi delle vittime senza maschere. Una grave mancanza in operazioni delicate come quelle che stava compiendo la Quadrifoglio Group srl per conto dell'Amap. Gli stessi vertici dell'azienda partecipata del Comune di Palermo non riescono a spiegare una simile leggerezza. La presenza di gas letali per liberare le ostruzioni nelle fognature è nota. Oltre agli operai sono stati sentiti anche il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza.

Le vittime

I corpi delle cinque vittime Epifanio Alsazia, 71 anni di Partinico, contitolare della ditta Quadrifoglio group srl di Partinico, che aveva vinto l'appalto dell'Amap; gli operai Giuseppe Miraglia, 47 anni, originario di San Cipirello (Palermo), Roberto Raneri, 51 anni di Alcamo (Trapani), Ignazio Giordano, 59 anni (Partinico) e Giuseppe La Barbera, 28 anni, di Palermo (lavoratore interinale dell'Amap) sono stati portati all'istituto di medicina legale del Policlinico.

Si dovranno eseguire le autopsie sui corpi per accertare le cause della morte quasi certamente provocata dall'idrogeno solforato che hanno respirato e che si trovava in una concentrazione dieci volte superiore ai limiti in quei cunicoli. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Maggio 2024, 18:10
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