Costa Rica, Pinto vuole fare la storia:
"Nostro il vantaggio per il clima"

Costa Rica, Pinto vuole fare la storia: "Nostro il vantaggio per il clima"

di Alessandro Angeloni
Jorge Luis Pinto, sessantaduenne colombiano alla guida della Costa Rica, ha voglia di stupire. Ha capito che quella di oggi l'occasione della sua vita. Ha preparato la partita con l'Uruguay caricando il gruppo con i video della Costa Rica del 1990 e poi ha studiato quella con l'Italia, provando ad allenare la squadra sul possesso palla, emulando la vecchia Spagna e ora proprio gli azzurri. Pinto avverte l'afa, il caldo è torrido, l'umidità appiccica, e sa perfettamente che queste potranno essere armi amiche per puntare alla seconda vittoria del Mondiale. Che lo consegnerebbe alla storia. Il time-out potrà essere addirittura un intralcio: se c'è, e l'Italia lo reclama a gran voce, bene, altrimenti cambia poco per i costaricani, abituati al clima di questo emisfero. «Probabilmente - dice Pinto - noi avremo un vantaggio per il clima che si respira da queste parti, ma io ho visto un'Italia capace di correre molto anche nell'afa umida di Manaus. Quindi vediamo chi saprà reggere meglio lo sforzo, sarà una partita da giocare alla pari, sicuramente decisiva per entrambi in vista della qualificazione agli ottavi».



Sorpresa addio

Pinto ormai è uscito di diritto dal limbo delle squadre sconosciute. Il successo con l'Uruguay ha reso "famosa" la Costa Rica. Gente come Campbell, Rodriguez, Navas e Ureta sono passati dall'igno[/FORZA-RIENTR]to a stelline in divenire e poco gli importa se Balotelli, pochi minuti prima, aveva detto di conoscerli poco. «Speriamo di poterci far conoscere ancora di più nelle prossime partite», risponde il ct e con lui Giancarlo Rodriguez, presente al suo fianco ma meno logorroico del ct, che può fare la voce grossa. «La vittoria con l’Uruguay ci ha dato fiducia, ora i miei non sono più agitati come all'inizio, ma vivono serenamente questo secondo appuntamento del Mondiale. Con una grandissima motivazione. Non siamo più una sorpresa per nessuno, questo ormai lo sappiamo. Ma non possiamo distogliere l'attenzione da quello che è il nostro lavoro. Vogliamo solo fare ciò che abbiamo provato e migliorare». E da vecchio marpione, non si ferma alle prime prove, perché non si vince con una sola tattica. «Se l'Italia sarà brava a fermarci, tireremo fuori il piano B». Un pezzo di piano A è semplice: bloccare Pirlo. «Il calciatore più celebrale che ha l'Italia. Uno capace di farti male con un tiro o con un passaggio. Bravissimo. Stiamo vedendo filmati relativi a lui e che risalgono al 2006, questo per far capire l'importanza che ha per l'Italia. Ma è ovvio, non basterà fermare lui. Ci sono altri due giocatori molto importanti, uno è Candreeva e l'altro è De Rossi. E non dimentico Balotelli. Speriamo di confermare la partita con l’Uruguay. Anche se davanti avremo un avversario che giocherà diversamente. E che ci spaventa. Ma noi possiamo fare bene».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Giugno 2014, 12:28