Carcere e accusa di omicidio per un aborto, 26enne chiede un milione di risarcimento danni allo Stato: «Mi ha rovinato la vita»

La ragazza è stata anche imprigionata per due giorni

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di Morgana Sgariglia

Lizelle Gonzalez ha fatto causa allo Stato del Texas dopo che nel 2022 è stata accusata di omicidio per aver assunto farmaci abortivi e aver provocato l'aborto del suo feto. Ha citato in giudizio i pubblici ministeri che hanno avviato il procedimento penale prima che fosse successivamente archiviato. La donna è stata costretta a passare due notti in prigione.

La vicenda penale che coinvolge il procuratore distrettuale

Gonzalez chiede un milione di dollari di risarcimento danni perché sostiene che, in seguito alla copertura mediatica del suo caso, la sentenza le abbia cambiato per sempre la vita. Secondo le restrizioni sull’aborto in Texas e in altri Stati americani, infatti, le donne che cercano di abortire sono esenti da accuse penali, a differenza di chi l'ha aiutata ad abortire che può essere passibile di procedimento penale.

L'Ordine degli Avvocati texano aveva già multato e disciplinato il procuratore distrettuale Gocha Ramirez del distretto rurale di Starr, dove è stata inflitta la condanna. Il pubblico ministero a febbraio ha accettato di pagare una multa di 1.250 dollari e di sospendere la sua licenza per dodici mesi in un accordo raggiunto con l'Ordine.

All'epoca disse all'Associated Press di aver «commesso un errore» e accolse il provvedimento perché così avrebbe potuto continuare ad esercitare.

Ramirez non ha commentato la richiesta di risarcimento di Gonzalez.

La denuncia alle autorità sarebbe colpa dell'ospedale

Secondo l'accusa, Gonzalez, 26enne nel 2022, era incinta di 19 settimane quando ha usato il misoprostolo, un farmaco usato negli aborti farmacologici. Dopo la visita ostetrica in ospedale, la ragazza è stata dimessa con dolori addominali. Il giorno successivo è tornata con un'emorragia e tramite un esame i medici hanno verificato che il feto non aveva battito cardiaco. Hanno eseguito un taglio cesareo per far nascere un bambino nato morto.

L'ospedale avrebbe violato il diritto alla privacy della paziente quando ha denunciato il suo aborto all'ufficio del procuratore distrettuale. Il procuratore Ramirez ha riferito che le accuse sarebbero state ritirate pochi giorni dopo l'arresto della donna, ma non prima che lei trascorresse due notti in prigione e fosse identificata per nome come sospettata di omicidio.


Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Maggio 2024, 19:52
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